tempo e luogo

A pranzo dai genitori, un giorno di festa, a Tim sembrò di essere tornato indietro nel tempo a quando viveva sotto il loro tetto, oppresso dall’ostinazione con la quale i suoi si aggrappavano a valori per lui privi di senso. Sporcare di sugo la tovaglia bastava a scatenare un battibecco, a quei tempi.

Cercando un sollievo nella brezza fresca, Tim si avviò verso l’università che aveva frequentato dopo aver lasciato la casa dei suoi. Via via che si allontanava da quell’ambiente soffocante, sentiva gli imbarazzi dell’infanzia dissolversi nel passato. Ma riviveva ora tutte le insicurezze dei giorni dell’università, tutto il panico del barcamenarsi nelle relazioni sociali.

Tim accolse con sollievo la fine della visita: nel presente, seduto nella sua casa e immerso nelle contraddizioni, si scoprì molto migliorato rispetto al passato.

Giorno dopo giorno, migliorandosi, si avvicina sempre di più alla Principessa. Se lei esiste -e deve esistere!- trasformerà lui, e tutti gli altri.

Durante il viaggio sentì che ogni luogo aveva un’emozione, e ogni emozione un ricordo: un tempo e un luogo. Non poteva allora accadergli di incontrare la Principessa quella sera stessa, semplicemente vagando e ascoltando le proprie sensazioni? Una pista di sentimenti, di timore e ispirazione, avrebbe potuto condurlo a quel castello: in futuro, stretto nel suo abbraccio, il suo eccitante profumo crea un momento così intenso da riportarlo al passato.

Il mattino dopo, Tim uscì subito di casa, diretto verso qualunque cosa il giorno gli riservasse. Sentiva qualcosa di simile all’ottimismo.

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